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Diterzomovimento2020

Edipo e il suo Complesso

Edipo e il suo complesso1988 – 1992. Edipo e il Suo Complesso nasce a Prato per caso il 6 gennaio 1988. Nell’intenzione deve essere un gruppo destinato a vivere una sola sera: un concerto per salutare il bassista che parte militare. Ma le cose vanno diversamente: il gruppo continua a suonare durante le licenze del milite, registra una cassetta (altri tempi, altri supporti!) e comincia a diffonderla a tappeto tra amici, parenti e concorsi vari. La cassetta contiene quella M’è morto il gatto, che, sulla musica di With Or Without You degli U2, narra delle tristi disavventure di un gatto schiacciato da un tir. La cassetta arriva a Controradio e in breve diventa un piccolo caso: la radio inizia a passare il pezzo del gatto, e poco dopo a Firenze e dintorni la cantano tutti. Sull’onda dell’entusiasmo il gruppo fa il suo primo concerto ufficiale, che vede oltre mille paganti. Siamo al 31 marzo del 1989.

Come nelle favole, arriva il contratto discografico. Bisogna correre, si deve realizzare di un album che, oltre a “M’и morto il gatto”, contenga le altre perle dal gruppo composte, quali ad esempio Non sono in vena, storia d’amore tra un virus e un globulo rosso, lo ska di “Ada” e una versione in puro Litfiba-style della sigla di “Jeeg Robot”, pezzo che ha generato non poche leggende urbane (“ma era Piero Pelщ che cantava Jeeg?”)

Ancora come nelle favole, arriva la strega cattiva che guasta la festa: in seguito a una richiesta di autorizzazione inviata dalla PolyGram forse per eccesso di zelo, arriva una lettera di diffida da parte delle edizioni musicali del gruppo irlandese a incidere la cover con il testo in pratese.  Il disco quindi esce lo stesso, ma senza gatto. L’album si chiama Pura Lana, e le prime mille copie sono avvolte in una vera copertina di lana. Siamo nell’ottobre 1990.

Il gruppo continua a suonare dal vivo in tutta Italia per un altro paio d’anni e si diverte una cifra. Apparizioni a sorpresa in radio, TV, serate benefiche.  Poi inizia a registrare il secondo disco, ma qualcosa inizia ad andare storto.  Le registrazioni rimangono a metа, il progetto di uno spettacolo teatrale naufraga, il gruppo si scioglie. Siamo nel novembre 1992. Il resto и tutto da scrivere.

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Tippy Tay Swing

Tippy Tay SwingI Tippy Tay Swing sono un gruppo vocale che re-interpreta, in modo ironico, vecchie canzoni swing dagli anni ’30 ai ’60. Sono tratte sia dal repertorio italiano che da quello internazionale. Creando grande attenzione, allo stesso modo delle grandi commedie musicali americane del passato.

Ringraziamo le nostre famiglie considerando che ci supportano e “sopportano”.
Caterina e Giovanni, i primi ad aver creduto in noi.
Federico, Alessandro, Nicola e Fabrizio per sito, locandine, fotografie e abiti.
SABINA: Dedico la mia passione per la musica a mio figlio e ai miei nipoti.
ANDREA: Ringrazio Alessandro, Franco, Zibba, fonti di nuove e continue ispirazioni.
ANTONIO: Grazie alle donne della mia vita.
FRANCO: Ringrazio il coro Casual Gospel, da cui sono nate passioni ed amicizie.
FRANCESCO: Dedico questo disco a mia moglie Daniela, lei sa il perché.
E INFINE… Andrea ringrazia Francesco, che ringrazia Antonio, il quale per lo stesso motivo, ringrazia Franco, che ugualmente ringrazia Andrea e tutti insieme ringraziano Sabina che…

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Almeno le favole

Almeno le favoleProprio il giorno giusto per parlare di questa canzone, cioè il 19 marzo, la festa del papà

Sebbene io per tanti motivi non sia mai diventato padre, allo stesso tempo ho sempre avuto un bellissimo rapporto con i bambini, ed in particolare con tutti i nipoti che ho sparsi in giro per l’Italia e l’Europa.
In altre parole si è sempre creata molto velocemente una sorta di empatia con loro, ed è stato facile per me entrare ogni volta nel loro mondo e condividerlo.
Perciò ho deciso di scrivere questa canzone, trasformandomi così pure io in un papà, che parla al figlio per spiegare l’importanza che possono avere le favole, anche oggi, nonostante tutto… Allo stesso modo, e per chiudere il cerchio della nostra opera musicale, dedico questa “piccola favola” a tutti i miei nipoti, con grandissimo affetto…

ZIO DIDO